Dormire bene dopo i 45 anni - Ippocraterosa

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Dormire bene dopo i 45 anni

 
Sonno agitato, risvegli notturni e sveglia anticipata sono chiari segnali di disturbi del sonno, indicatori importanti che impattano sulla salute fisica e psichica e sulla stabilità della coppia”, introduce Francesca Merzagora, Presidente Onda-Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere.
L'indagine, condotta da Elma Research su un campione di 150 uomini e 150 donne tra i 45 e i 65 anni e presentata all’apertura del 2° Congresso nazionale dell’Osservatorio “La donna e la coppia dopo l’età fertile" di Milano, rivela che 4 intervistati su 5 soffrono o hanno sofferto di disturbi del sonno e la metà del campione ritiene necessarie e salutari almeno 8 ore di riposo per notte anche se, di fatto, l’83 per cento ammette di dormire al massimo 7 ore.
Tra le diverse cause che impediscono un buon sonno, quelle più considerate sono lo stress mentale e i traumi (88%), stile di vita e alimentazione non adeguati (79%), stanchezza fisica (76%), malattie (56%), menopausa e invecchiamento (42%). Si ritiene che i disturbi del sonno portino a molte conseguenze: irritabilità, cattivo umore, assenza di lucidità e difficoltà di concentrazione e apprendimento, stanchezza e mancanza di energie.
L'insonnia è 1,5 volte più comune nelle donne rispetto agli uomini" afferma Luigi ferini Strambi, neurologo e responsabile del Centro del Sonno al San Raffaele di Milano "e questo valore tende ad aumentare dopo i 65 anni. Questo dato è in parte spiegato da una più marcata riduzione della secrezione di melatonina, ormone che regola il ciclo sonno-veglia, nelle donne rispetto agli uomini con l’avanzare degli anni."
Anche la riduzione di progesterone in menopausa, che ha un effetto sedativo e riduce i microrisvegli intrasonno, può spiegare l’aumentata prevalenza di insonnia in questa fascia d’età. Inoltre, è noto che la depressione sia uno dei più importanti fattori scatenanti dell’insonnia cronica; non stupisce quindi che essa tenda a cronicizzare più frequentemente nella donna, che è colpita dalla depressione in maniera doppia rispetto agli uomini.
“Oltre ad avere importanti conseguenze sul piano psichico e fisico”, commenta Stefano Genovese, responsabile Diabetologia al Cardiologico Monzino di Milano, “l’alterazione dell’orologio biologico del nostro corpo per deprivazione di sonno, anche parziale ma ripetuta nel tempo, o la compromissione della qualità del sonno, aumenta la probabilità di alcune malattie: questo è molto evidente per  le patologie metaboliche, come il diabete di tipo 2 e l’obesità. Vari studi hanno dimostrato che chi dorme meno di 6-7 ore per notte ha un più elevato rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 e di andare incontro a un eccessivo aumento di peso”.
Mara Sala
Pubblicato il 25 settembre 2018
 
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