A differenza del tumore al seno, è una neoplasia poco conosciuta e sottovalutata dalle donne italiane, anche se lo scorso anno sono state circa 6 mila le nuove diagnosi e 3 mila i decessi. Da qui la necessità di avviare al più presto delle campagne nazionali per far conoscere la malattia, come evitarne i fattori di rischio e come riconoscerne i sintomi, con la raccomandazione di rivolgersi a ginecologi e oncologi specialisti sia in fase diagnostica che terapeutica.
Recenti studi hanno rilevato che il 20 per cento dei tumori alle ovaie sono di origine genetico-ereditaria. Responsabile, nel 46 per cento dei casi, una mutazione dei geni BRCA. Nelle donne che all'esame genetico presentano questa mutazione bisogna mettere in programma una prevenzione primaria di chemioprofilassi e di chirurgia riduttiva.
Poche donne colpite da tumore ovarico possono sperare in una guarigione completa; tuttavia, con una diagnosi precoce e cure appropriate si può rallentare l'evoluzione della malattia.
Per le pazienti a rischio di tumore ovarico l'accesso al test genetico dovrebbe essere un diritto garantito, ma non è così in tutte le Regioni e ciò porta a una incomprensibile disomogeneità di trattamento. Per di più, a scopo preventivo, l'esame andrebbe esteso anche alle donne consanguinee della famiglia.